Agriturismo vicino Le Terme di Saturnia
- La Valle degli Ulivi -
Agriturismo
L’agriturismo “La Valle degli Ulivi” nasce ai piedi di un oliveto secolare, da una famiglia contadina che da generazioni lavora con devozione ed amore la propria terra.
E’ da quest’ Amore per la natura che nasce l’idea di ristrutturare il vecchio podere padronale per ospitare i clienti e amici dell’agriturismo.
La nostra azienda si estende per circa 70 ettari dove pascolano 900 pecore da latte, con il quale produciamo dell’ottimo Pecorino a latte crudo nel nostro Caseificio Aziendale.
Inoltre l’azienda vanta 1 ettari di rigogliosa vigna della zona D.O.C. del Morellino di Scansano ed un suggestivo oliveto con 480 ulivi che producono un ottimo olio extravergine.
I prodotti genuini e nostrani dell’ azienda si possono degustare in loco durante le “famose” colazioni di famiglia, ricreata secondo la tradizione della tipica colazione maremmana.
Vendita diretta di Vino ed Olio prodotto in azienda spremuto a freddo sia imbottigliato che sfuso, e Formaggi prodotti dal nuovo Caseificio di famiglia.
WiFi gratuito in camera.
Dintorni
- Terme di Sorano
- Argentario e Isola del Giglio
- Le Terre del Morellino di Scansano
- Le Città del Tufo, Pitigliano, Sovana e Soran
- Il Monte Amiata
- Saturnia, fonte di benessere!
- Le Cascate del Mulino ed il Gorello
- Montemerano
Terme di Sorano
Le Terme di Sorano costituiscono una serie di sorgenti termali situate a circa 3-4 km a sud di Sorano, nell’Area del Tufo. La presenza delle sorgenti termali nell’Area del Tufo, nei pressi del centro di Sorano, era nota fin dal periodomedievale, quando fu costruita la Pieve di Santa Maria dell’Aquila proprio sopra una delle sorgenti termali. Il luogo fu verosimilmente usato dagli Aldobrandeschi e successivamente dagli Orsini per i loro bagni; in epoche più recenti fu completamente abbandonato, andando incontro ad un lunghissimo periodo di degrado. All’inizio del nuovo millennio, una serie di lavori ha portato al recupero e alla valorizzazione delle numerose sorgenti, oltre alla costruzione di un moderno stabilimento.
L’acqua termale sgorga in più sorgenti che sono disseminate lungo un torrente ed un ruscello minore. La temperatura dell’acqua alla sorgente è di +37,5 °C; quest’ultima è classificata come acqua termale magnesiocalcica.
Le Piscine
Recenti ricerche idrogeologiche hanno accertato la presenza di un importante flusso di acqua termale che ha consentito di valorizzare l’antica sorgente situata a monte della Pieve. Questa ricchezza naturale è ora sfruttata dal residence che dispone di un’ampia piscina termale, di cui una parte riservata ai bambini, dotata di due cascate sotto le quali lasciarsi coccolare da un piacevole idromassaggio naturale durante tutto l’arco dell’anno. L’acqua del tipo bicarbonato-magnesio-calcica sgorga dalle sorgenti ad una temperatura di 37,5° e le sue proprietà benefiche sono note fino dall’antichità.
La Costa dell’Argentario e l’Isola del Giglio
Con una piacevole passeggiata da Saturnia, percorrendo una verdeggiante strada che accompagna lo sfumare delle colline Maremmane fino al mare si giunge al Monte Argentario.
Per la sua posizione geografica, che lo pone al centro del Mar Tirreno, l’Argentario fu considerato dai primi navigatori un approdo sicuro.
Monte Argentario era probabilmente in origine un’isola successivamente “ancorata”alla costa tirrenica dai tomboli della Feniglia e della Giannella, formatisi per l’accumulo dei detriti trasportati dai fiumi e dalle correnti marine. Il primo insediamento umano all’Argentario risale certamente ad epoche remote, lo attestano i numerosi reperti archeologici sia nella Grotta degli Stretti che in quella di Cala dei Santi. Sono almeno 19 le spelonche che furono abitate, una delle quali molto capiente: lunga oltre 1 km, la “Grotta del Granduca”, così chiamata in onore di Leopoldo di Lorena che ne promosse gli scavi, presenta anche un laghetto a 50 metri dall’ingresso.
Il Promontorio, interamente montuoso (m.635) e caratterizzato da coste alte e rocciose, dove si può ammirare la famosa palma nana che nasce spontanea in loco, è ricoperto da una fitta macchia mediterranea, che si alterna alle coltivazioni di olivi, di viti e di alberi da frutta. Nei vigneti, faticosamente ricavati terrazzando i fianchi del monte, si coltivano i rari vitigni Ansonico e Riminese.
Sulla costa orientale dell’Argentario troviamo il suggestivo borgo marinaro ed attrezzato porto turistico, Porto Santo Stefano si affaccia su una baia dominata dalle possenti moli delle fortezze spagnole. Nella vicina Cala Galera fanno scalo ogni estate moltissime imbarcazioni da diporto attratte dalle funzionali strutture e dai servizi offerti da questo esclusivo approdo.
Troviamo sulla stessa costa a pochi chilometri di distanza un’altrettanto suggestivo borgo marinaro e porto turistico, Porto Ercole si affaccia anch’esso su una baia dominata dalle possenti moli delle fortezze spagnole. Nella vicina Cala Galera fanno scalo ogni estate moltissime imbarcazioni da diporto attratte dalle funzionali strutture e dai servizi offerti da questo esclusivo approdo.
Non si hanno notizie certe sulla storia più antica di Porto Ercole. Sembra che si debba agli Etruschi l’attribuzione del nome di Ercole al luogo, ipotesi avvalorata dalla recente scoperta di una necropoli etrusca posta a monte di Cala Galera , collocata nel 13° settore dello zodiaco etrusco, corrispondente alla costellazione di Ercole.
Le Terre del Morellino di Scansano
Scansano nasce nell’entroterra collinare maremmano lungo una fascia di terra fra la costa e le pendici del Monte Amiata. Chi per la prima volta giunge in questa zona ne rimane affascinato e al tempo stesso stupito per la particolarità dei paesaggi e l’insolita armonia che li concilia.
Se ampi tratti restano selvaggi e rudi dove l’uomo sembra non essere ancora arrivato e dove gli ambienti naturali offrono intatta la loro selvaggia bellezza, altri ricordano subito una storia collinare dalla secolare vocazione vinicola, oggi produttrice di quel vino rosso chiamato Morellino che è diventato fra le DOCitaliane più conosciute e apprezzate nel mondo.
I filari di viti e gli ulivi rigano le colline, mentre le greggi punteggiano le campagne e i cavalli pascolano nei prati: scenari veri di un mondo rurale autentico che caratterizza in modo indelebile il panorama. Scansano però non è soltanto un’immersione nella natura e nei sentieri della macchia mediterranea fiorita di ginestre, cisto e corbezzolo, è anche un centro storico ricchissimo di testimonianze monumentali risalenti all’Alto Medioevo e al ‘400 toscano.
Molto caratteristici sono anche i dintorni di Scansano. A Montorgiali è degna di attenzione la Chiesa di San Biagio, di origine romanica, e il possente edificio del Cassero, con finestre ad arco tondo, feritoie e resti delle mensole dei piombatoi; ma anche gli altri agglomerati urbani quali Murci, Pancole., Poggioferro, Polveraia e Cotone sono antichissime origini e tutti da scoprire.
A settembre si tiene a Scansano “La festa dell’uva”, ottima occasione per degustare questo vino!
Le Città del Tufo, Pitigliano, Sovana e Sorano
Provenendo da Manciano lungo la strada statale 74 maremmana e superato il fiume Fiora, si percorre una zona pianeggiante disseminata di curatissimi vigneti, chiaramente appartenenti alla D.O.C locale il “bianco di Pitigliano”; improvvisamente come una cartolina si presenta, alla curva della Madonna delle grazie, lo splendido scenario della parete di tufo che si trasforma sulla sommità in case, piccole torri e palazzi storici, senza soluzione di continuità, dato che le abitazioni sono edificate nello stesso materiale dello sperone sottostante, tanto da guadagnarsi l’appellativo di città del tufo.
Il nome “PITIGLIANO” dovrebbe risalire all’epoca romana; una antica leggenda narra di due esuli “PETILIO” e “CILIANO”, che dopo aver rubato la corona di Giove Statore dal campidoglio di Roma, si rifugiarono dai loro inseguitori sullo sperone di tufo dove oggi sorge il borgo medioevale.
al paese dopo il colpo d’occhio iniziale si accede per una strada tortuosa dove le pareti di tufo sembrano cadere sui viandanti.
Poco prima di arrivare all’ingresso del paese, si supera l’antico cimitero ebraico.
Al borgo antico, si accede passando sotto un doppio arco, porta della cittadella dove campeggia lo stemma gentilizio e subito ci si trova nella piazza del teatro, proseguendo per la via lastricata, sulla sinistra si può ammirare l’antico acquedotto(Romano?) che riforniva l’intera città d’acqua, poco più avanti sulla piazza palazzo Orsini, nel cortile interno troverete un pozzo di marmo interamente scolpito a mano.
Incamminandosi tra i violetti, nella prima parte, popolati di attività, negozietti, cantine scavate nel tufo sotto il livello delle edificazioni medioevali, vi troverete nella zona terminale come a camminare a ritroso nel tempo ad ammirare,in una atmosfera fiabesca, viuzze e piazzette intime e silenziose, affacciate sulla vallata dei due fiumi che circondano il paese.
Girovagando per il borgo antico vi consigliamo di non mancare una visita alla sinagoga ebraica, che un attento restauro ha da alcuni anni riportato agli antichi splendori
STORIA
Le origini degli insediamenti umani a Pitigliano sono antichissime, numerose sono infatti le tombe etrusche venute alla luce col passare dei secoli.
Fin dall’VIII secolo a.C. la vita politica di Pitigliano è stata strettamente legata alla vicina Sovana sede della famiglia degli aldobrandeschi, che con il passare dei secoli Pitigliano assunse maggiore importanza dal punto di vista militare grazie alla posizione strategica in cui è situato, sino a che, mentre Sovana subiva un lento declino, Pitigliano si affranca grazie al matrimonio tra Anastasia, ultima discendente degli Aldobrandeschi in Maremma, e Romano Orsini, il quale apparteneva alla famiglia di Giovanni Gaetano Orsini, ovvero papa Niccolo III.
Pitigliano fu riconfermato capoluogo di contea e gli Orsini ne fecero la loro residenza principale. Nel 1547 Niccolò IV (grazie all’appoggio di Cosimo de’ Medici) venne proclamato dai popolani stessi signore delle loro città, anche se il suo governo durò poco, venne infatti imprigionato dall’Inquisizione pontificia. La popolazione di Pitigliano, successivamente alla caduta di Siena (1562), preferì le leggi più liberali di Firenze, cacciarono il conte Orsini e acclamarono i Medici loro Signori, i quali in un primo momento preferirono rifiutare e solo dopo alterne vicende ed una volta estintasi la dinastia ursinea, Cosimo de Medici nel 1604 riuscì a divenire Signore della contea.
Il dominio Mediceo non portò i risultati sperati dalla popolazione, anzi, la contea si impoveriva sempre di più fino all’avvento dei Lorena alla guida del Granducato di Toscana, che grazie ad un’oculata politica economica portarono benessere e stabilità.
Con il plebiscito del 1860, Pitigliano aderì al regno d’italia.
Sovana
Sovana fu il centro principale della zona circostante dove sorsero numerosi agglomerati urbani grazie alla facilità di collegamento viario dei più grandi centri di Statonia, Saturnia, Chiusi.
Sovana già dal III sec. a.C. fu alleata di Vulci e con lei partecipò alle lotte degli Etruschi contro il tentativo di espansione dei Romani, finché il console Caio Tiberio riuscì a conquistare queste terre, Vulci divenne “città senza diritto di voto”, e Sovana nell’ ordinamento romano divenne “Municipium”.
Sotto l’egemonia romana, Sovana divenne una città più fiorente nella zona grazie all’allargamento degli orizzonti commerciali ed alla prosperità agricola, la scrittura rimase quella etrusca fino al I sec. a.C. come testimoniano le numerose tombe etrusche della zona.
Dal IV sec. in poi si diffuse il cristianesimo in città grazie all’opera di evangelizzazione operata da S.Mamiliano (suo patrono), divenne sede vescovile dal V sec.. Dal IX sec. gli Aldobrandeschi costituirono un vasto dominio in Maremma con sede a Sovana, quest’ultima conobbe il massimo splendore anche grazie alla grande figura di Papa Gregorio VII, al secolo Ildebrando da Soana. Dopo la morte del Pontefice, le continue lotte fra Papato e l’Imperatore, sconvolsero la città sino a che nel 1243 dopo un lungo assedio da parte di Federico II, Guglielmo Aldobrandeschi, fu costretto a riconoscere e ad accettare un presidio imperiale in Sovana oltre che in altri centri della contea.
Da lì a poco Sovana cominciò a subire un continuo declino che con la morte di Margherita e quindi finiti i discendenti degli Aldobrandeschi fece posto al subentro della famiglia dei Conti Orsini.
Di lì a poco i Senesi conquistarono la città e saccheggiarono anche gli edifici sacri (la campana del Duomo fu portata come trofeo a Siena e collocata sul campanile della Cattedrale, dove si trova ancora oggi ed è chiamata dai Senesi “Sovana”).
Sovana cadde in un periodo di abbandono e miseria tanto che i sovanesi ottennero da Papa Alessandro VI di trasferire i monaci dell’Abbazia di Montecalvello (nei pressi dell’attuale Elmo), all’interno delle proprie mura per tentare di migliorare le proprie condizioni economiche e sociali, ma gli effetti positivi di questa iniziativa durarono fino a quando il Papa Innocenzo X, con una bolla, abolì la comunità monastica.
Quando nel 1555 la famiglia fiorentina dei Medici ebbe ragione su Siena, Cosimo I chiese agli Orsini, che nel frattempo avevano riconquistato e risaccheggiato Sovana, la restituzione della città come terra Senese. Al rifiuto di Niccolò IV Orsini, iniziò un assedio a Sorano dove era solito rifugiarsi il Conte. A questo punto intervenne lo Stato Pontificio che costrinse il Conte di Pitigliano a consegnare Sovana a Cosimo dei Medici e questi cominciarono a risollevare Sovana favorendone il ripopolamento grazie a privilegi fiscali e donazioni di case e terre.
Ma a seguito di una epidemia di malaria la cittadina si spopolò quasi completamente, anche i vescovi furono costretti ad abbandonare la città e nel 1660 il vescovo Gerolamo Borghesi, trasferì la sede episcopale da Sovana a Pitigliano.
Infine con Pietro Leopoldo di Lorena venne disciolta la comunità di Sovana che entrò a far parte del Comune di Sorano, dove rimase definitivamente dal 1814 fino ad oggi.
Da allora solo gli scavi, con il conseguente ritrovamento di una e vera e propria “necropoli” con tombe e resti della civiltà etrusca, contribuirono a togliere il paese dall’oblio nel quale era caduto, tanto che fu soprannominata “Città di Geremia” per l’immagine di città desolata che si presentava al visitatore proprio come al profeta.
Sorano
Il paese di Sorano sorge a metri 378 s.l.m. sopra uno sperone di roccia tufacea sovrastante il fiume Lente che lo circonda per tre lati.
L’aspetto paesaggistico è quello delle colline vulcaniche della Toscana meridionale che dal monte Amiata si estendono fino alle spianate tufacee del viterbese ed alla Maremma toscana.
Il borgo antico di Sorano ci coglie sempre impreparati ed è impossibile descrivere ciò che si prova trovandosi all’improvviso di fronte ad una tale meraviglia .
L’inconsueta agglomerazione dell’edificato che si fonde con il masso tufaceo da cui sembra sia stato generato offre una visuale di insolito fascino soprattutto per chi arriva da Sovana e da Castell’Azzara.
Come per Pitigliano anche qui il tempo sembra si sia fermato molti secoli fa e solo da qualche anno si osserva un inarrestabile impulso di rinascita evidente sia dagli interventi di recupero edilizio che dalle attività culturali che trovano i giusti stimoli proprio in questo delizioso paese così lontano dalla frenesia della vita cittadina.
Se volessimo cercare in una parola un simbolo che rappresentasse il territorio di Sorano e Pitigliano la troveremo nel tufo, elemento che da sempre ha caratterizzato la zona.
Questa roccia di origine vulcanica è senz’altro la caratteristica principale del territorio : il tufo ha modellato un paesaggio di singolare bellezza nel quale si alternano gole, balze ed altipiani. Al tufo è legata la storia di questa parte della Maremma: nel tufo hanno scavato le loro abitazioni le popolazioni preistoriche (abitazioni ipogee), gli etruschi vi collocarono le loro necropoli e le vie di comunicazione (vie cave), i coloni romani sfruttarono le particolarità di questa roccia facilmente lavorabile collocandovi i colombari, le pestarole, gli ziri, le fornaci ecc.
Le zone circostanti poi risultavano molto fertili ed adatte alle colture dei vitigni ed uliveti, infatti le ceneri vulcaniche riescono adattabilissime alla vegetazione dopo essere state disgregate e convertite in una terra fertile dagli agenti atmosferici.
Il Monte Amiata
compreso in parte nella provincia di Grosseto e in parte in quella di Siena,Il Monte Amiata è una montagna dell’Antiappennino toscano , il cui territorio è in una vasta area di pertinenza dei comuni di Abbadia San Salvatore, Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano, Seggiano, Piancastagnaio e Castellazzara.È un antico vulcano, ormai spento, con presenze di rocce e di laghetti di origine vulcanica. L’Amiata è ricchissimo di acque, tutte captate e gestite dall’Acquedotto del Fiora che trasporta il prezioso liquido nell’intera Toscana meridionale e nella parte settentrionale del Lazio; vi si trovano, inoltre, le sorgenti dei fiumi Fiora e Albegna (quest’ultima presso il Monte Buceto che costituisce l’estrema propaggine sud-occidentale del massiccio montuoso).Il monte Amiata è la “montagna” collocata nella Toscana meridionale, che svetta nelle vallate circostanti, dai nomi suggestivi e accattivanti quali la Val d’Orcia, la Maremma, la vallata del lago di Bolsena, il Chianti.Il toponimo Monte Amiata sta anche a individuare un vasto territorio, con al centro il gruppo montuoso dell’Amiata (non un cono sia pure imponente, ma un ameno e verde sistema orografico digradante verso sud), circondato da centri abitati di grande interesse storico e artistico, da sempre frequentati da turisti che rimangono gratificati dai paesaggi e dai reperti d’arte, in una zona dove per grandi cicli secolari hanno trovato allocazione e potere gli Etruschi, il medioevo del Papato e dei Carolingi, la Repubblica di Siena e in ultimo il Granducato di Toscana.
L´Amiata è stata generata da potenti eruzioni vulcaniche oltre 180.000 anni fa. Le prime tracce di vita sul territorio risalgono al paleolitico, come attestano i dipinti rupestri della Grotta dell´Arciere, vicino ad Abbadia San Salvatore. Fu poi frequentato dagli Etruschi, per i quali l´Amiata era una montagna sacra, e dai Romani, che sfruttarono il territorio soprattutto per gli abeti bianchi, che oggi troviamo presso il biotopo naturale del Pigelleto, con cui costruivano le navi, e il cinabro che usavano per dipingere o preparare dei cosmetici. Crearono anche numerosi insediamenti presso i centri termali.
Numerosi i castelli, l´Aldobrandesco di Arcidosso, la Rocca di Piancastagnaio, la Rocca di Ghino di Tacco a Radicofani, Rocca a Tentennano a Castiglion D´Orcia, Castello di Potentino a Seggiano, e le chiese, l´Abbazia di San Salvatore, la Pieve delle Sante Flora e Lucilla, a Santa Fiora, dove si trova un´imponente collezione di Ceramiche Robiane.
Un luogo assolutamente particolare è il Monte Labbro, dove si consumò l´esperienza di David Lazzaretti, il “profeta” dell´Amiata. David, nella seconda metà dell´800, fondò una comunità religiosa, che si proponeva di applicare gli insegnamenti del vangelo. Raggiunse oltre 3000 seguaci. Sul Monte Labbro si possono ammirare i resti delle costruzioni davidiane.
Nella stessa zona è sorto, qualche anno fa, il Centro tibetano di Merigar, uno dei più importanti d´Europa la cui guida spirituale è il maestro Namkhai Norbu.
Ad un´altezza tra i 650 e gli 850 mt. troviamo la corona degli incantevoli borghi medievali arroccati sulle pendici del monte.
Roccalbegna
Il castello di Roccalbegna è citato, nel 1210, nel privilegio dell’imperatore Ottone IV in favore dell’abbazia del Monte Amiata. Sottoposto all’alto dominio degli Aldobrandeschi, verso la fine del Duecento venne assegnato al ramo dei conti di Santa Fiora. Tuttavia già dai primi decenni del XIII secolo aveva diretta signoria sul castello una famiglia locale, quella di Ranieri di Ugolino di Roccalbegna, i cui discendenti, tra il 1293 e il 1296, furono costretti a cedere i loro diritti al comune di Siena. Durante il dominio senese Roccalbegna subì assalti e incursioni da parte degli Aldobrandeschi, come nel 1331, quando le masnade del conte Andrea di Santa Fiora saccheggiarono l’abitato. In declino a partire dal XIV secolo, dopo la caduta della repubblica di Siena fu assegnata in feudo da Cosimo I dei Medici al cardinale Antonio Sforza e ai discendenti della famiglia Sforza- Cesarini di Santa Fiora. Tornata nel 1624 alla corona granducale, Roccalbegna fu di nuovo infeudata, nel 1646, alla famiglia Bichi-Ruspoli, alla quale rimase fino al 1751. Tra le frazioni va ricordato il castello di Triana, in origine dominio degli Aldobrandeschi, ceduto nel 1388 ai Piccolomini. Sul territorio comunale operarono durante la Resistenza formazioni partigiane e sei vittime provocò un eccidio compiuto dai tedeschi in ritirata nel maggio 1944.
Il Bosco di Rocconi
La Riserva si estende nell’Alta valle dell’Albegna. Occupa una superficie complessiva di 371 ettari, con un’area contigua di complessivi 253 ettari. Insiste per buona parte sull’Oasi di proprietà del Wwf (130 ettari). Il territorio è formato da colline con un’altitudine che varia da circa 500 metri s.l.m. a nord, ai 200 del confine sul Fosso Paradisone e presenta una geomorfologia estremamente varia. Sono presenti pareti rocciose di calcare massiccio alla cui base scorrono l’Albegna e il Rigo. Non mancano, inoltre, grotte e cavità, di cui la più importante è il Crepaccio di Rocconi. La storia della Riserva inizia nel 1991, in seguito ad escursioni di un piccolo gruppo di ornitologi toscani, soci del Wwf. Le gole dell’Albegna, rivelarono subito una straordinaria ricchezza di fauna e flora. Nella parte settentrionale prevalgono zone boscate di due tipi: bosco misto, soprattutto nel territorio compreso tra l’Albegna e il Rigo, in cui abbondano roverella e cerro, ma sono presenti anche frassini, carpini, aceri, peri, meli, ciliegi e sorbi; bosco a prevalenza di leccio, che si estende nel versante ad ovest; flora arbustiva e arborea ripariale, lungo il greto del fiume Albegna. Nella parte meridionale della Riserva prevalgono, invece, oliveti, prati, pascoli, incolti e piccoli seminativi, intercalati da folte siepi di biancospino, rovo, olmo, prugnolo e corniolo, che svolgono un ruolo fondamentale per la fauna selvatica.
Di particolare interesse anche le associazioni vegetazionali rupicole e la straordinaria varietà di orchidee spontanee (25 le specie censite).
Per la fauna la Riserva assume un’importanza assoluta. Esclusiva è la presenza di rapaci diurni come il biancone e il lanario, specie prioritaria a livello CEE, in decremento in Europa. Importante è anche l’esistenza di esemplari della tartaruga di Hermann e di alcuni rettili come il cervone, il biacco, la biscia d’acqua, la vipera comune e il colubro di Riccioli.
Tra i mammiferi, è di rilievo la presenza del gatto selvatico, della martora, del tasso e sporadicamente del lupo e della lontra. L’importanza faunistica è però soprattutto ornitologica. Sono infatti presenti moltissime specie inserite nelle “liste rosse” europee e tutelate dalla Convenzione di Berna: l’albanella minore, l’assiolo, l’averla capirossa, il falco pecchiaiolo, il gufo comune, il martin pescatore, il picchio verde e il merlo acquaiolo.
Superficie: 371 ha. Perimetro: 17653 m. Superficie aree contigue: 253 ha. Perimetro aree contigue: 12222 m. Superficie comprese le aree contigue: 624
Riserva Naturale Pescinello
La riserva si estende su una superficie di 150 ettari; si trova nell’Alta Valle dell’Albegna, sulla riva sinistra del fiume, a monte dell’abitato di Roccalbegna. Si estende su una superficie complessiva di 149 ettari con un’area contigua di altri 92. Il territorio è collinare, con rilievi come Poggio Crivello e Poggio Cerrino che hanno altezze medie superiori agli 800 metri sul livello del mare. Pescinello presenta la stessa formazione geologica della Riserva di Rocconi con calcari vari: rosso ammonitico, a calacareniti, ad argilliti e a diaspri. La flora di questa area è straordinaria, tanto che all’interno della riserva sopravvivono vecchi alberi di dimensioni straordinarie. La ricchissima avifauna include il biancone, il lodolaio, lo sparviero e il lanario. Negli stagni e nelle sorgenti oltre ai comuni tritoni, crestano e italico, si possono trovare due rarità: l’ululone dal ventre giallo e il gambero di fiume.
Saturnia, fonte di benessere!
L’acqua sulfurea delle Terme di Saturnia sgorga al prorompente ritmo di 800 litri al secondo, da oltre 2000 anni, in una verde vallata circondata da ridenti colli, sul più imponente dei quali sorge l’antico borgo di Saturnia .
L’acqua scaturisce in superficie alla temperatura costante di 37,5°, da una sorgente posizionata sotto la piscina dello stabilimento termale, la quale ha per fondale un cratere vulcanico e va a formare il “Gorello”, un torrente di acqua calda, che percorre la piana per alcune centinaia di metri prima di divenire, per un dislivello naturale, la suggestiva Cascata del Mulino, alimentando il torrente naturale Stellata.
Sin dall’antichità i popoli che si sono avvicendati in questa area hanno tratto beneficio dalle salutari acque; gli Etruschi, i quali abitarono il territorio a lungo, ritenevano che le fonti termali fossero luoghi sacri e attribuivano alle divinità i benefici influssi delle acque; successivamente i Romani, per meglio sfruttare le caratteristiche dei bagni furono i primi a creare delle infrastrutture dedicate (in zona sono state ritrovate quattro teste di leone con la bocca aperta per il getto dell’acqua, pavimentazioni a mosaico, colonne in travertino e tante altre testimonianze, tali da far presupporre la presenza di un vero e proprio edificio per lo sfruttamento terapeutico dell’acqua).
In epoca medievale troviamo notizie certe, grazie a Papa Clemente III che in una bolla del 1118 cita “hospitale de balneo” e “un locale di soggiorno per coloro che si recavano ai bagni caldi sulfurei di Saturnia”.
Altra testimonianza scritta l’abbiamo nel 1274 quando, nell’atto di divisione del feudo Aldobrandesco tra Santa Fiora e Sovana il paese di Saturnia e le sue terre vengono assegnate a Sovana, mentre la località del bagno non entra nella divisione, ma rimane un bene comune da condividere tra le due parti. Nel 1300 la Contessa Margherita degli Aldobrandeschi volle le terme tutte per sé scatenando la reazione delle milizie di Siena e da allora fu un avvicendarsi di contese e padroni.
In seguito a contrasti e guerre tra gli Orsini di Pitigliano, Siena ed Orvieto il territorio di Saturnia ebbe a soffrire un grave stato di abbandono, tanto che nella seconda metà del XV sec. si rese necessaria una bonifica da parte del governo senese, opere che tra l’altro furono interrotte più volte a causa dell’instabilità politica.
In ogni modo, in epoca granducale, sotto Cosimo II De’ Medici le Terme di Saturnia vissero un periodo florido e furono raccomandate come prodigiose per il trattamento delle malattie della pelle.
Le popolazioni, da sempre, si recano alle sorgenti non solo per la cura personale, ma vi conducono le greggi prima della tosatura e gli animali affetti da malattie cutanee che le proprietà curative delle acque risolvono rapidamente.
La moderna storia di Saturnia inizia nel XVII secolo con l’acquisto della fonte da parte del Dott. Bernardino Ciacci che ampliò e ristrutturò gli stabili intorno alle sorgenti.
Il vero sviluppo delle Terme di Saturnia si ebbe, però, nei primi anni del novecento, con l’edificazione dell’albergo, la costruzione del centro termale e le analisi complete delle caratteristiche chimiche dell’acqua che ne confermarono le grandi proprietà salutari (analisi effettuate dal Dipartimento di Chimica delle Università di Siena, Pisa e Roma).
Nel 1978 la Regione Toscana autorizza l’apertura permanente dello stabilimento con attività balneo-fangoterapiche.
Inizia, così, il percorso che ha portato le acque di Saturnia ad essere studiate ed impiegate in Giappone, in California ed in altri siti oltreoceano, donandogli la fama mondiale che oggi hanno raggiunto.
Le qualità dell’Acqua di Saturnia
Dal punto di vista chimico l’acqua di Saturnia è: “acqua minerale omeotermale sulfureo-carbonica, solfato-bicarbonato-alcalino terrosa”.
MINERALE perché contiene 2,790 grammi di sali minerali per litro;
SULFUREA perché contiene 14,6 mg/l di idrogeno solforato (14,6 gradi solfidrometrici);
CARBONICA perché contiene 462 cc Per litro di anidride carbonica libera;
SOLFATA perché contiene SO4 in quantità prevalente;
BICARBONATO ALCALINO-TERROSA perchè contiene gli ioni di bicarbonato (HCO3), calcio (Ca++) e magnesio (Mg++) in quantità significativa.
Gli elementi disciolti più importanti sono lo zolfo e l’acido carbonico; lo zolfo infatti facilità l’eliminazione delle scorie e delle cellule morte, attivando la rigenerazione cellulare agisce da antitossico e antinfiammatorio, mentre l’acido carbonico stimola l’epidermide e promuove una benefica reazione vascolare che giova a tutto l’apparato circolatorio e in particolare nei casi di ipertensione degli stati varicosi degli arti inferiori.
Altro campo di applicazione importantissimo è nella cura delle malattie:
Apparato respiratorio
Bronchiti croniche, bronchiti asmatiche, asma bronchiale, enfisema polmonare.
Naso Gola
Faringiti croniche, tonsilliti croniche, rinite cronica, rinite allergica, sinusite cronica, sordità rinogena.
Apparato locomotore
Artrosi (lombare, cervicale, ecc..), paramorfismi, reumatismo cronico mono e poliarticolare, esiti post-traumatici dell’apparato locomotore (rigidità articolare, artosi post-traumatiche, mialgie, neuriti).
Pelle
Acne, eczemi, psoriasi, dermatiti allergiche, dermatosi seborroiche, micosi.
Odontostomatologia
Paradentiti.
Apparato digerente
Gastriti croniche, stipsi, piccola insufficienza epatica.
Benessere psicofisico globale.
Terme di Saturnia Spa & Golf Resort
Il Wellness Hotel Terme di Saturnia Spa & Golf Resort è situato ai piedi dell´omonimo borgo medievale, nel cuore della Maremma toscana, un luogo incantevole, pensato per risvegliare i tuoi sensi.
Ricavato da un’antica costruzione in travertino, l’elegante albergo conta 140 camere, di cui 2 Grand Suites, 3 Suites e 71 Junior Suites, tutte realizzate secondo la filosofia dell’habitat.
Filosofia che si basa sulla continua ricerca dell’armonia con l’ambiente circostante e che si traduce nella scelta delle pavimentazioni, dell’illuminazione e delle cromie dei tessuti e finiture, per creare così un’atmosfera di totale benessere.
All’interno dell’albergo, oltre ai due ristoranti Acqualuce e All’Acquacotta, troverà la Spa Boutique Terme di Saturnia , per fare shopping all’insegna del benessere, l’elegante spazio Cruciani con i suoi preziosi cachemire, l’accogliente Spa Cafe per i momenti di relax ed il nuovissimo Atelier Aldo Coppola by Terme di Saturnia.
Il suggestivo bagno romano, completo di sauna e bagno turco, conduce alla sorgete e agli impianti termali composti da piscine di acqua calda, idromassaggi, cascate e percorsi acquatici.
Nel parco pisicne, una prestigiosa Gallleria organizza mostre di artisti contemporanei e lì vicino si trova anche il Juice Bar, un delizioso bar all’aperto che propone cocktail, centrifugati e stuzzicanti snack, tutti a base di frutta o verdura.
Per chi ama rilassarsi facendo uno sport a contatto con la natura, Terme di Saturnia dedica un prestigioso percorso di golf . Progettato da Ronald Fream, architetto del noto studio californiano Golfplan, questo percorso di 18 buche – Par 72 è stato studiato per offrire un’esperienza di gioco ad altissimo livello, sena faticosi dislivelli altimetrici o colpi proibitivi.
Orario dello Stabilmento Termale
Giornaliero:
dalle 09,30 alle 19,30 Orario Estivo
dalle 09,30 alle 17,30 Orario Invernale
Pomeridiano:
dalle 15,00 alle 19,30 Orario Estivo
dalle 14,00 alle 17,30 Orario Invernale
Terme di Saturnia wellness hotel è aperto tutto l´anno.
Contatti
Hotel Terme di Saturnia Spa & Golf Resort
Member of The Leading Hotels of the World
loc. Terme di Saturnia, 58014 SATURNIA (GR)
Telefono: +39 0564 600111
Fax:+39 0564 601266
Le Cascate del Mulino ed il Gorello
La sorgente dell’acqua termale di Saturnia nasce in un cratere vulcanico, dove oggi è la piscina dello stabilimento e scorre lungo un ruscello naturale per circa 500 metri fino a formare una cascata suggestiva tra delle pozze calcaree levigate nel corso dei secoli, fino a defluire nel torrente Stellata, e perdersi nelle acque comuni.
La Cascata del Mulino è uno dei luoghi più suggestivi e noti di Saturnia, sempre molto frequentato sia di giorno che di notte dai numerosi bagnanti.
Sul fianco della cascata c’è un vecchio mulino che dà il nome al luogo ed in futuro probabilmente sarà sfruttato per servizi turistici. Nell’area c’è un ampio parcheggio ed un bar con servizi.
Le Cascate sono a circa 2 km. dal paese di Saturnia, poco oltre l’ingresso dello stabilimento termale e la stazione di servizio, sulla curva della strada si nota l’accesso su di una strada sterrata con di fianco il parcheggio.
Nella parte alta della cascata si può percorrere a ritroso il ruscello termale detto il “Gorello” e scegliere un punto più intimo per bagnarsi.
Il Gorello ha degli accessi anche nei pressi del parcheggio dello stabilimento termale, poco prima dell’ingresso si trova una catena che chiude l’ingresso al campo, superata la catena si percorrono circa 50 metri e ci si può fare il bagno intorno al posticino che scavalca il fiume termale.
Montemerano
Questo paesino, distante pochi km. da Saturnia , è il più caratteristico borgo medioevale della valle dell’Albegna in una posizione alta e dominante immerso tra colline di olivi.
Il primo nucleo abitato di Montemerano sorge intorno all’anno Mille e con gli Aldobrandeschi agli inizi del ‘200 che verrà costruita la prima cinta muraria.
L’insediamento risale all’anno mille, ma è nel 1200 che, ad opera della famiglia degli Aldobrandeschi, avvenne l’erezione della cinta muraria, in gran parte ricostruita nel ‘400 e che circonda ancora oggi l’abitato, interrotta a tratti da una serie di torrioni cilindrici, alcuni dei quali in ottimo stato di conservazione.
All’interno di questa cinta che racchiude il borgo di ridottissime dimensioni ma dotato di un fascino particolare grazie agli stretti vicoli che si intrecciano per condurre alle varie piazzette sino all’apice dell’abitato dove si trova la deliziosa piazza del castello l’itinerario nel centro storico parte dalle porte antiche , che immettono nelle diverse piazzette. Sopra i tetti svetta un’alta torre trecentesca, mentre le abitazioni sono in prevalenza cinquecentesche.
La chiesa è addossata alla cinta muraria e vi si accede dall’antica porta a nord, ha una semplice facciata a capanna romanica. Di origine medioevale, conserva parti trecentesche e quattrocentesche. Alla sinistra della facciata si trova il basamento di una torre, a destra una cappella con facciata a coronamento orizzontale. L’interno è a una sola navata con due cappelle ai lati dell’altare, coro ed abside è ricco di opere del Rinascimento senese. Di notevole importanza i cicli di affreschi quattrocenteschi del coro e dell’abside di un seguace di Andrea Niccolò e quelli del transetto e della navata attribuibili a Niccolò stesso Di grande valore la pala d’altare in legno policromo con l’Assunta del Vecchietta (Lorenzo di Pietro), il polittico di Sano di Pietro raffigurante la Madonna con il Bambino tra i Santi (1458), la tavola conosciuta come la Madonna della Gattaiola poiché il parroco la utilizzò come uscio praticandovi un foro per la fuoriuscita del gatto. Sempre del Vecchietta una statua lignea raffigurante San Pietro.
Prezzi
Camera doppia uso singola da € 40-50 a persona al giorno pernott. e prima colazione inclusa.
Letto aggiunto per adulti € 20 al giorno.
Letto aggiunto per bambini da 0-4 anni gratuito
4-12 anni € 15,00 al giorno pernott. con colazione inclusa.
da 12 in poi € 20,00 al giorno pernott. con colazione inclusa.
L’appartamento da 4 persone da € 110-140 al giorno pernottamento e prima colazione inclusa per 4 persone .
Per ponti e festività richiediamo un minimo di 3 pernottamenti per il mese di agosto minimo 2 pernottamenti.
Possibilità di mezza pensione presso trattorie locali su richiesta.
La struttura è convenzionata con le terme di saturnia per i biglietti scontati per l’entrata alle piscine termali.
Camere
Dettagli
La Valle degli Ulivi
– Agriturismo a Semproniano –
Situata a 5 km dalla città termale di Saturnia e a 5 minuti in auto da Semproniano, la Valle degli Ulivi è un agriturismo dotato di un ampio giardino e di camere in stile rustico.
Come ospiti della struttura vi attende ogni mattina una colazione continentale con prodotti caserecci dolci e salati, e avrete diritto a uno sconto presso un ristorante tipico toscano di Semproniano.
Le sistemazioni della Valle degli Ulivi dispongono di aria condizionata, TV e bagno privato con asciugacapelli. In alcune stanze e nelle aree comuni è disponibile gratuitamente la connessione Wi-Fi.
Potrete utilizzare il barbecue in comune, dedicarvi alle escursioni sulle colline circostanti e visitare Grosseto, ubicata a 60 km.
Questa struttura si trova anche in una posizione valutata tra le migliori a Semproniano!
L’appartamento si affaccia sul giardino e dispone di una zona soggiorno con un angolo cottura completamente attrezzato e un letto matrimoniale con bagno in stile rustico e di una TV , accanto una camera da letto matrimoniale con un altro bagno , tv aria condizionata e porta finestra per uscire sul giardino.
Appartamento
La Nostra Colazione
I prodotti genuini e nostrani dell’ azienda si possono degustare in loco durante le “famose” colazioni di famiglia, ricreata secondo la tradizione della tipica colazione maremmana.
Cosa Dicono di Noi

Week-end relax
È stato un vero week-end di relax immersi nel verde e nella natura. Abbiamo gustato gli eccellenti prodotti caseari di questa azienda agricola (pecorino, ricotta fresca e salumi). Gentilezza, ospitalità e professionalità caratterizzano questo agriturismo. Grazie Daria!
Ornella P

Pace dei sensi
6 ragazzi giovani in cerca di relax e natura incontaminata...Abbiamo trascorso 3 notti in questa struttura, per il ponte 25 aprile. Ottima accoglienza, gentilezza e disponibilità della proprietaria Daria e di tutta la famiglia! Bel panorama, un giardino con possibilità di grigliare
Claud C

Ottimo Week end
Con le amiche abbiamo fatto 3 giorni di relax a Semproniano presso la valle degli Ulivi. Famiglia molto cortese, e disponibile a qualsiasi ora del giorno. Appartamento con due bellissime stanze, per ognuna il proprio bagno. Tutto molto pulito e stanze ben riscaldate.
Maria P
La Zona

Semproniano, dopo essere rimasta a lungo un po’ in disparte rispetto agli altri paesi, oggi, grazie alla apertura di una nuova strada di collegamento che la rende distante solo 9 km. dalle Terme di Saturnia, percorribili in circa 10 minuti, sta diventando ogni giorno di piu’; meta di chi voglia trascorrere il proprio tempo nella autentica realta’del paesino dell’entroterra maremmano.
L’atmosfera, sia nel paese stesso che nelle aree circostanti, e’ appunto quella del paese non ancora contaminato dal turismo di massa, ed e’ la stessa atmosfera che si vive nelle non numerosissime, ma caratteristiche, strutture dell’ospitalita’ e della ristorazione.
Semproniano e’ anche un’ottima scelta per gli amanti della montagna, in quanto consente di raggiungere abbastanza agevolmente il Monte Amiata, distante una quarantina di km., ed e’ un punto di partenza piu’ avanzato rispetto agli altri anche per escursioni verso il Senese e Montalcino; allo stesso tempo, come gia’ ricordato, le Terme di Saturnia restano accessibili a pochi km. di distanza.
La posizione piu’ elevata rispetto agli altri paesi (626 mt s.l.m.) rende l’aria salubre e fresca, oltre a consentire una vista incantevole da alcuni punti, ed in particolare dalla sommita’ del paese, molto caratteristica anche per l’antica struttura in pietra delle abitazioni e della chiesa qui situata.
La vista dei terreni circostanti e’resa piacevole anche dal gran numero di ulivi spesso secolari, che costituiscono anche una risorsa economica non secondaria dell’area, grazie alla produzione del celebre Olio Extravergine Toscano.
In localita’ Fibbianello sono visibili i resti di uno straordinario ulivo millenario, uno dei piu’ antichi d’Europa, purtroppo andato semidistrutto qualche anno or sono a causa di un incendio doloso.
Il Caseificio
- Pecorino a latte crudo di maremma -

Il Caseificio 
IL Caseificio
Il Caseificio
– Pecorino a latte crudo di maremma –

Vino e Olio
Vino e Olio
Vino e Olio
L’azienda agricola La valle degli ulivi produce Olio extravergine d’oliva con i suoi meravigliosi 1000 olivi la maggior parte secolari , in quanto l’azienda si estende ai piede di un oliveta secolare una delle più grandi e antiche d’Italia.
Le olive raccolte in giornata vengono portate al frantoio e spremute a freddo .
L’olio decanta per 20-25 giorni e poi viene confezionato direttamente dal frantoio nelle nostre lattine da 500 ml da 1 litro da 3 litri e da 5 litri.
L’azienda agricola produce anche vino rosso Sangiovese in purezza IGT toscana, la vendemmia è un momento di festa . amici parenti e anche gli ospiti dell’agriturismo tutti nella vigna a scegliere i grappoli più belli.
Vinifichiamo nella nostra cantina e il vino riposerà nei tini fino a marzo quando verrà imbottigliato. In cantina vendiamo anche vino sfuso.
Il Nostro Punto Vendita

"La Cacioteca"
Piazza Vittorio Veneto, Saturnia
La Cacioteca
La Cacioteca
La “Cacioteca” è il punto vendita dell’azienda agricola La valle degli ulivi, si trova nel paese di Saturnia proprio sulla piazza alla vostra sinistra, siamo aperti anche la domenica mattina e per i ponti e le festività siamo aperti anche la sera.
Oltre ai nostri prodotti: Olio, Vino e Formaggi abbiamo selezionato prodotti locali tutti a KM 0 fatti da altri agricoltori come noi, tutto rigorosamente dal produttore al consumatore.
Potete trovare:
- Marmellate artigianali fatte com limoni e mele come addensanti senza pectine
- Sughi con ricette locali con carni selezionate e il famoso sugo all’Aglione per i Pici
- Composte particolari per accompagnare i nostri formaggi ” Fichi e peperoncino” “Fragole e Vin santo” ” Pere e zafferano” ecc….
- Pasta con grano antico Senator Cappelli e Verna Biologica
- Pasta di Farro monococco Biologica
- Pici di grano e di farro
- Biscotti tradizionali del territorio con il famoso “Stratto” di Pitigliano
- Miele locale in particolare il miele di “Marruca ” di Saturnia
- Legumi e zuppe di tradizione antica ” Zuppa di nonno Priamo , ” Zuppa di nonna Elice”
- Farina di grani antichi di Semproniano “Gentil Rosso”, ” Senator Cappelli ” ecc….
- Salumi di con allevamenti allo stato brado e lavorazione i loco di salami tradizionali come la” ZIA” o la “FINOCCHIONA”
- Salumi di” CINTA SENESE”.
Tutto ciò che abbiamo nel nostro punto vendita possiamo spedire in tutta Italia, contattateci.

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Meteo

Dove Siamo
Come arrivare
L’agriturismo La valle degli ulivi si trova in aperta campagna tra due paesini: Saturnia e Semproniano, precisamente 4km da Semproniano a Nord e 5 km da Saturnia a Sud.
Per chi arriva da Nord autostrada A1 uscita Orvieto.
Orvieto -Pitigliano
Pitigliano -Saturnia
Arrivati a Saturnia proseguite con indicazioni Semproniano, dopo circa 2 km dovrete girare al secondo incrocio a sinistra con indicazioni Semproniano-Cortevecchia.
Proseguite per 3 km fino a quando troverete sulla vostra sinistra il cartello con scritto Agrituirsmo La valle degli ulivi, siete arrivati!
Oppure c’è un’altra strada: Pitigliano – Sovana – Sovana – San Martino sul Fiora – Catabbio – Semproniano.
Arrivati a Semproniano non entrate in paese , ma prendete la strada che scende alla vostra sinistra con indicazione Saturnia, continuate a scendere, l’agriturismo si trova dopo 4 km sulla destra.
Per chi arriva da Sud SS Aurelia uscita Vulci – Saturnia (dopo Montalto di Castro) fino ad arrivare a Manciano.
Attraversate il paese e uscite con indicazioni Saturnia.
Arrivati a Saturnia non entrate in paese, ma continuate con indicazioni per Semproniano.
Dopo circa 2 km dovrete girare al secondo incrocio a sinistra dove c’è scritto Semproniano – Cortevecchia. Proseguite per 3 km, l’agriturismo si trova lungo la strada sulla sinistra.
Coordinate Satellitari
- NORD 42.69443117896473
- EST 11.53051079225157